31. Dezember 2020
La Piccola Fiammiferaia di Hans Christian Andersen Faceva un freddo orribile; nevicava e cominciava a fare buio. Era anche l´ultima sera dell'anno, la vigilia di Capodanno. In quell´oscurità e in quel freddo, una povera bambina camminava per la strada, col capo scoperto e a piedi nudi; sì, aveva le pantofole quando era uscita di casa, ma a che servivano! Erano pantofole talmente grandi, enormi, sua madre le aveva usate per ultima, e la piccola le aveva subito perse, attraversando in fretta la strada, per evitare due carrozze che passavano spaventosamente veloci. Una delle pantofole non si trovava più da nessuna parte, mentre l´altra... beh, un ragazzo se ne era già scappato con l'altra; festeggiando e vantandosi che avrebbe potuto usarla come culla un giorno, quando avesse avuto dei figli. Così la bambina camminava sui suoi piedini nudi e delicati, che erano diventati ormai rossi e blu a causa del freddo. Portava raccolti in un vecchio grembiule una grande quantità di fiammiferi, tenendone in mano un piccolo mazzetto. Nessuno però aveva comprato niente da lei per tutto il giorno; nessuno le aveva dato un soldino. Affamata e infreddolita camminava ancora su e giù per la via e appariva così fragile e intimidita. I fiocchi di neve cadevano intanto sui suoi lunghi capelli biondi, che si arricciavano meravigliosamente intorno al collo, ma lei non riusciva a pensare davvero a questo suo splendore, povera piccola! Da tutte le finestre, provenivano luci meravigliose e brillanti e la strada silenziosa profumava squisitamente di oca arrostita; era la vigilia dell´anno nuovo, sì, la bambina ci stava pensando. In un angolo tra due case, una sporgente un po' più dell'altra, si era ora seduta e accovacciata sulle sue gambette scoperte; ma questo la faceva gelare ancora di più. Non osava nemmeno tornare a casa. Dopotutto, non aveva venduto nessun fiammifero, non aveva guadagnato neppure un soldo. Suo padre l´avrebbe picchiata, e del resto anche a casa faceva freddo; avevano solo il tetto sopra di loro, e ci fischiava il vento, benché avessero infilato paglia e stracci un po' ovunque nelle fessure più grandi. Le sue manine erano così tutte intorpidite dal freddo. Un fiammifero, uno solo, forse le avrebbe dato un po´ di conforto. Bastava che ne tirasse fuori uno dal mazzetto e lo sfregasse contro la parete per per scaldarsi le dita. Mah si, ne prese fuori uno, e ...Ritsch! Che fiammata che fece, come brillava, come bruciava! Mandava una luce chiara e calda, come una piccola candela accesa... la bambina cercava di proteggere questa candela con la mano. Era una luce strana: alla bimba sembrò di essere seduta davanti ad una grande stufa di ferro, adornata con pomelli di ottone. Come riscaldava la fiamma, il fuoco bruciava così gloriosamente il tutto e tutto si scaldava, si riscaldava, la bambina non aveva freddo. Ma che succedeva? Ad un certo punto, quando proprio la bambina stava già allungando i piedi per riscaldarli finalmente, la candela si spense, la fiamma volò via . La stufa era di colpo sparita; la bambina rimase lì, seduta in terra, con un pezzettino di legno bruciato in mano. Ne accese uno nuovo. Bruciava, brillava, e dove il bagliore cadeva sul muro, questo diventava trasparente come un velo; la bambina poteva ora guardare nel soggiorno della casa: c´era una grande tavola apparecchiata con una tovaglia bianca splendente, e piatti di porcellana fine. Un´oca arrosto farcita di prugne e mele, fumava deliziosamente sulla tavola! Ma la cosa più straordinaria, ancora, la cosa più straordinaria di tutte era che l'oca ad un certo punto balzò giù dal tavolo e si aggirò per il salotto, con il coltello in mano e la forchetta nella schiena; si mise a camminare verso la bambina; ma proprio in quel momento il fiammifero si spense, e davanti ai suoi occhi rimase solo il gran muro freddo della casa di fronte. Ne accese quindi un altro, e come per incanto apparve un albero di Natale bellissimo, meraviglioso: il più bello che si possa immaginare, con mille candele che bruciavano sui rami verdi, e immagini dai colori vivaci, come quelle che adornavano le vetrine dei negozi; le immagini la fissavano dall'alto in basso. La piccola allungò le manine verso di esse, ma niente, anche questa volta il fiammifero si spense; le tante luci del Natale salirono in alto, in cielo, sempre più in alto, erano diventate stelle luminose; una di esse cadde, lasciando una lunga striscia di fuoco dietro di sé. - Ora qualcuno sta morendo - disse la bambina, perché la sua vecchia nonna, l'unica persona che era stata veramente buona con lei, e ormai era morta, le aveva detto: "Quando una stella cade, un´anima sale verso Dio". Sfregò subito un altro fiammifero contro il muro, e tutto intorno cominciò a rischiararsi di nuovo, e nel bagliore apparve questa volta la vecchia nonna: aveva un aspetto così dolce, chiaro, radioso. - Nonna! - gridò la bambina, - Nonna, portami con te! Lo so che appena il fiammifero si spegne, tu sparirai, nonna, così come la stufa calda, e l´oca arrosto, e il bellissimo albero di Natale! - e sfregò in fretta uno dopo l´altro il resto dei fiammiferi del mazzo, voleva trattenere la nonna con sé ancora per un po´ ; e i fiammiferi bruciarono con un bagliore tale, che l´aria fu più chiara, così chiara che come in pieno giorno. Non era mai stata così bella la nonna, così grande; ed ora la nonna la prese, la sollevò fra le sue braccia ed entrambe, felici e splendenti, volavano in alto, sempre più in alto, nella radiosità e nella gioia del cielo. Lassù, non c'era più freddo, non c'era più fame, non c'erano più angoscia e paura, lassù in alto, ora si trovavano accanto Dio! Nell'ombra fredda del mattino, all´angolo tra due case, sedeva una bambina con le guance rosse e il sorriso sulle labbra, morta, morta congelata nell'ultima sera dell'anno. Il mattino di Capodanno era sorto sopra il suo piccolo corpo, che stringeva ancora tr a le mani i fiammiferi, di cui un mazzetto era tutto bruciato. Aveva cercato di scaldarsi, dissero; nessuno sapeva le cose belle che la piccola aveva visto quella notte, e in quale splendore fosse andata ora insieme con la nonna a festeggiare il suo Capodanno.